Partenza con destinazione Passariano di Codroipo. Ingresso alla mostra: Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni. Mostra a cura di Marco Goldin,
organizzata da Erpac e Linea d’ombra.
La mostra “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni” esplora, attraverso oltre 120 opere tra dipinti e lavori su carta provenienti da importanti musei europei e statunitensi e collezioni private, il concetto di confine come spazio fisico, interiore, simbolico e spirituale, in pittura tra Ottocento e Novecento. Il percorso espositivo si apre con una sala introduttiva di forte impatto emotivo, con sette opere chiave: la grande tela Märkische Heide di Anselm Kiefer, una tela estrema e intima di Mark Rothko, l’Autoritratto di Vincent van Gogh, celebri paesaggi di Courbet, Monet e Nolde. Infine, un’opera di Edward Hopper, che introduce il tema delle figure solitarie che si confrontano con lo spazio e l’altrove.
Il percorso si articola in tre macroaree tematiche:
Il cielo: diventa luogo del confine per eccellenza, da Friedrich, Turner e Constable fino a Boudin, Monet, Munch, Mondrian, Hodler, Hopper, Rothko e Nicolas de Staël. Una narrazione che attraversa Romanticismo, Impressionismo e astrazione per raccontare l’infinito visibile e invisibile.
Figure che guardano: un’esplorazione post-romantica del volto e della figura che si protende verso il confine, tra osservazione e introspezione. Dalla Hudson River School americana (Church, Durand, Kensett) a Winslow Homer, Böcklin, Van Gogh, Gauguin, fino a Hopper, Diebenkorn e Andrew Wyeth, l’individuo diventa luogo di incontro tra spazio esterno e paesaggio interiore.
Confini più o meno lontani: la pittura come ricerca di altrove: da Gauguin, con i suoi viaggi dalla Martinica a Tahiti passando per la Bretagna, a Monet, Van Gogh, Cézanne e Bonnard nelle campagne di Normandia, Provenza e Sud della Francia. Una geografia pittorica del sogno, della luce e della memoria.
La mostra propone un viaggio tra mondi, epoche e sensibilità che, attraverso il tema del confine, ci restituiscono una profonda riflessione sull’identità dell’uomo e sul senso del paesaggio nella pittura moderna.
Pranzo in ristorante e pomeriggio dedicato alla visita guidata di Pordenone e del suo Museo Civico d'Arte a Palazzo Ricchieri.
Palazzo Ricchieri è uno degli edifici più antichi della città. Proprietaria del palazzo è l’importante e blasonata famiglia Ricchieri che, nel corso del ‘400 cresce sempre più di importanza politica ed economica. A testimonianza di ciò, la piccola casa-torre viene trasformata in un grande palazzo stile veneziano. Il Museo Civico d’Arte di Pordenone è allestito nel Palazzo. prestigiosa residenza nobiliare le cui decorazioni a fresco e i soffitti lignei a cassettoni sono ulteriori elementi di attrattività. L’edificio, composto da due piani collegati da un sontuoso scalone d’onore, presenta due saloni passanti e ai due lati quattro sale più piccole. Il percorso inizia dal secondo piano dove sono presentate in successione cronologica le collezioni più antiche di scultura lignea e lapidea, gli affreschi parietali tardo trecenteschi del Palazzo, le opere quattrocentesche degli intagliatori tolmezzini (Domenico e Giovanni Mioni), alcune importanti opere di Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone (1483-1539) e le successive testimonianze artistiche fino a giungere alla fine del ‘500. Il percorso prosegue poi al primo piano con le opere del ‘600 e del ‘700 e una esaustiva selezione della produzione artistica del pittore pordenonese Michelangelo Grigoletti (1801-1870).
Verso le h 17.00 ripartenza per il rientro.
La quota di partecipazione € 130,00 comprende:
Riduzioni e supplementi:
Penali annullamento in caso di recesso dal contratto da parte del viaggiatore